10 REGOLE PER SEGUIRE AL MEGLIO TUO FIGLIO
Questo che stiamo vivendo è decisamente un periodo difficile per tutti, dal punto di vista sanitario, economico e sociale. Purtroppo si è dedicata, a nostro parere, poca attenzione al mondo dei più giovani, dei bambini e ragazzi che da oltre un mese sono chiusi in casa senza alcuna possibilità di uscire, di andare a scuola, fare sport, vedere gli amici o anche semplicemente stare all’aria aperta a fare quattro tiri al pallone o un giretto in bici.
Ve lo dicono? Non ve lo dicono? Fatto sta che ne stanno soffrendo parecchio, tanto che quasi quasi tornerebbero volentieri anche a scuola.
Si, perché comunque un po’ tutti hanno iniziato a seguire la didattica a distanza, addirittura gli studenti delle scuole medie e superiori hanno lezioni on line tutte le mattine comprese di interrogazioni e verifiche.
A nostro avviso è un’ottima cosa perché, non solo si mantiene un legame sociale di relazioni tra compagni, insegnanti e mondo della scuola, ma anche perché si proseguono i programmi e, se pur a distanza, l’insegnante spiega la lezione e assegna compiti e studio adeguato a quanto visto assieme. Insomma si favorisce una routine, uno scandire del tempo e dei doveri, se pur insolito, dando ai ragazzi una continuità.
Per i bambini della primaria invece è un po’ diverso, si sta ancora cercando di capire se e come attivare una modalità di lezioni on line. Nel frattempo vengono (chi più e chi meno) sommersi da compiti da fare a casa, inizialmente di ripasso ma ora anche di nuovi argomenti.
Tralasciando il fatto, se pur importantissimo e delicato, di chi ha un disturbo di apprendimento, in generale la situazione è complessa, per i bambini e per i loro genitori.
Infatti, siete proprio voi genitori ad essere chiamati in prima persona ad aiutare e seguire vostro figlio nella totale gestione dei compiti, e diciamocelo, non è un lavoro facile sotto molti punti di vista. Una cosa era dare uno sguardo alla consegna oppure controllare i compiti alla sera se erano stati fatti, ora invece è fondamentale mettersi lì accanto, stilare una tabella di marcia e soprattutto saper spiegare l’argomento se non è chiaro.
Come fare per poter aiutare al meglio tuo figlio senza impazzire entrambi?
Ecco alcuni consigli che ci teniamo a condividere con voi, alcune semplici regole che magari già conoscete e applicate, ma fa sempre bene risentirle e tenerle a mente!
1. Trovate un luogo per svolgere i compiti, un posto che sia sempre lo stesso, con tutto il materiale a portata di mano e che in caso di necessità può rimanere lì senza che nessuno lo sposti. Sembra banale, ma avere un luogo fisso aiuta la concentrazione, l’organizzazione fisica e mentale e dunque permette di fare chiarezza ed essere più precisi. Non basta! Questo spazio dedicato ai compiti deve essere anche ben illuminato e silenzioso, dunque non in un luogo di passaggio o un tavolo vicino alla tv o ai giochi del fratello più piccolo. Anche questo sembra banale, ma distrarsi in casa propria e con altri famigliari che girano è facilissimo, quindi bisogna cercare di favorire la quiete il più possibile.
2. Organizzare il lavoro in termini di tempo. Ricordati che per tuo figlio in questo momento è veramente difficile mantenere una routine, essere consapevole del tempo e dei giorni che passano (succede anche a noi stando a casa di perdere talvolta il conto dei giorni della settimana e fare confusione). Insieme potete creare un calendario settimanale suddiviso per giorni e fasce orarie in cui stabilire (sempre assieme perché è fondamentale condividere e non imporre) i diversi impegni, passioni, aiuti in casa, rispetto alle ore della giornata (es: alzarsi, fare colazione, fare i compiti, preparare la tavola, mangiare, leggere, giocare, guardare la tv, ecc). È importante organizzare con precisone i compiti assegnati dagli insegnanti e quindi specificare in “fare i compiti” quali esercizi andranno fatti (es. lunedi ore 10: es mate; ore 11: studio storia pag 46-49).
3. Organizzare le pause. È importante seguire la tabella dell’organizzazione sia per mantenere una routine che per riuscire a svolgere tutto il lavoro assegnato nei tempi prestabiliti. Tuttavia ci teniamo a sottolineare il fatto di essere elastici, ovvero se al mattino non si riesce a fare tutti gli es di mate si può proseguire al pomeriggio, o se un giorni si posticipa di mezzora l’inizio dei compiti non fatene un dramma, l’importante è che il tempo dedicato sia di qualità e quindi di attenzione e precisione. Questo comporta l’inserimento anche di alcune piccole pause (circa 5 minuti ogni 15-20 minuti di studio) in cui però non è permesso fare qualsiasi cosa ma solo attività che permettano il rilassamento e il recupero di energie (bere o mangiare qualcosa, andare in bagno, fare due passi).
4. Iniziamo a fare i compiti! Come? Prima di tutto puoi usare queste parole “Prova a leggere la consegna, ti è chiara? Ti va di spiegarmi a parole tue cosa c’è da fare?” e se ti sembra incerto puoi aggiungere “Mi dici cosa non ti è chiaro? Quali sono i tuoi dubbi?”
5. C’è un errore, come glielo dico perché possa essere un’occasione di apprendimento e non di frustrazione? “Prova a rileggere l’ultima frase / Prova a riguardare come hai scritto questa parolina / Mi sembra manchi qualcosa, prova a controllare” e soprattutto lasciagli la possibilità di sbagliare, non fare tu l’esercizio al posto suo solo perché lui continua a sbagliare. Aiutalo a trovare una strategia oppure chiudi e passa a qualcos’altro, tornerete su quell’argomento con più calma.
6. Svolgimento dei compiti: non stargli troppo addosso! “Ok, mi sembra ti sia tutto chiaro, prova a proseguire da solo, io sono qui, se hai bisogno chiamami. / Vediamo assieme la prima frase o operazione, ok mi sembra proprio che puoi proseguire da solo, quando arrivi in fondo all’esercizio chiamami e lo controlliamo assieme se vuoi. / Ottimo lavoro, ti stai impegnando tanto, prova anche quello dopo, sono in cucina se hai bisogno”. Piccole frasi che faranno percepire la vostra presenza e fiducia, lo stimolo giusto per far proseguire tuo figlio con le sue gambe!
7. Non vuole mettersi a fare i compiti: ricordati che i compiti sono un loro dovere. È giusto aiutare ma non sostituirsi. Infatti, gli obiettivi principali sono acquisire autonomia e sviluppare un senso di responsabilità. Ciò significa anche assumersi la responsabilità e le conseguenze del non aver eseguito i compiti entro il tempo stabilito.
8. Linguaggio: cerca di utilizzare sempre parole confortevoli dandogli un rinforzo positivo. Questo non significa continuare a dirgli bravo, ma piuttosto fargli notare dove è migliorato e far si che si accorga che deve essere fiero di se stesso. Questo significa anche che, se sbaglia o ti mette a dura prova, ciò non ti deve far sentire in diritto di urlargli addosso, di dirgli che non è capace e minacciarlo. Si tratta infatti di atteggiamenti che non aiutano, anzi minano il vostro rapporto, la sua autostima e di conseguenza non favoriscono la riuscita dei compiti che a lungo andare diventano proprio motivo di scontro.
9. Relazione genitore-figlio: é importante che dedichiate il giusto tempo per i compiti, ma questo periodo può essere un ottimo momento anche per instaurare un buon rapporto con tuo figlio, quindi comunica con lui, non solo per parlare di argomenti di scuola, e condividi con lui altri spazi di svago, gioco e attività non scolastiche.
10. E come parlare loro di questa situazione? Cerca innanzitutto di non esporre tuo figlio ad un flusso continuo di notizie e commenti ricchi di ansia. Forniscigli solo le informazioni di cui ha davvero bisogno: se si tratta di un bambino sensibile o piccolo evita discorsi complicati, mentre per i bambini più grandi e consapevoli fermati accanto a lui a parlare usando un linguaggio semplice e chiaro, condividendo le azioni che tutti possono fare per evitare il contagio.
Siamo noi adulti le figure che possono e devono infondere ai bambini fiducia e speranza, glielo dobbiamo, soprattutto adesso.
Debora e Valentina – Officina delle Idee